giovedì 19 dicembre 2013

Hunger Games di Suzanne Collins


Quando anni fa uscì il libro Hunger Games io ero ancora nel periodo amore/ossessione cieco/a per la serie della Meyer (Twilight), perciò prestai davvero poca attenzione. La trama non mi attirava, le premesse sembravano atroci, come poteva piacere una storia simile? Quando apparve il film la domanda rimase immutata. In effetti c'è chi  mi ha detto che una storia simile non è adatta ai minori: scene troppo violente, truculente, orribili e raccapriccianti. Ancora di più l'idea di più: l'idea stessa degli Hunger Games, di un reality in cui dei ragazzini sono costretti a massacrarsi a vicenda è abominevole, riproporla in un film può risultare inaccettabile. E' corretto: il libro (e forse anche il film, che io non ho apprezzato molto) ripropone proprio questo. Gli Hunger Games sono una punizione, ma sono inaccettabili e per questo che si scatena la rivolta. 
Ma partiamo dal libro...

IL LIBRO

Hunger Game è un romanzo YA scritto da Suzanne Collins e apparso sul mercato per la prima volta nel 2008. Inizialmente previsto con una tiratura di 200.000 copie, è stato per due volte promosso con altre 50.000 copie. Il successo ottenuto ha fatto si che il libro venisse tradotto in 26 diverse lingue e i diritti di pubblicazione sono stati venduti in più di 40 nazioni. Universalmente lodato da critici, altri autori e dalla stampa, Hunger Games ha ricevuto vari riconoscimenti e premi.
Il libro è sbarcato in Italia 20 agosto 2009, edito da Mondadori. Momentaneamente è disponibile una ristampa in versione economica.


Titolo : Hunger Games
Autore: Suzanne Collins
Editore: Mondadori
Collana: Chrysalide
Costo: 12 euro

Trama: Quando Katniss urla "Mi offro volontaria, mi offro volontaria come tributo!" sa di aver appena firmato la sua condanna a morte. È il giorno dell'estrazione dei partecipanti agli Hunger Games, un reality show organizzato ogni anno da Capitol City con una sola regola: uccidi o muori. Ognuno dei Distretti deve sorteggiare un ragazzo e una ragazza tra i 12 e i 18 anni che verrà gettato nell'Arena a combattere fino alla morte. Ne sopravvive uno solo, il più bravo, il più forte, ma anche quello che si conquista il pubblico, gli sponsor, l'audience. Katniss appartiene al Distretto 12, quello dei minatori, quello che gli Hunger Games li ha vinti solo due volte in 73 edizioni, e sa di aver poche possibilità di farcela. Ma si è offerta al posto di sua sorella minore e farà di tutto per tornare da lei. Da quando è nata ha lottato per vivere e lo farà anche questa volta. Nella sua squadra c'è anche Peeta, un ragazzo gentile che però non ha la stoffa per farcela. Lui è determinato a mantenere integri i propri sentimenti e dichiara davanti alle telecamere di essere innamorato di Katniss. Ma negli Hunger Games non esistono gli amici, non esistono gli affetti, non c'è spazio per l'amore. Bisogna saper scegliere e, soprattutto, per vincere bisogna saper perdere, rinunciare a tutto ciò che ti rende Uomo.

Voto:


Recensione:  
Inaspettatamente ho amato questo libro. Dico inaspettatamente perché, come già menzionato, a me inizialmente proprio non ispirava. E come poteva ispirarmi una trama simile? Io sono per i libri leggeri e romantici, questa sembrava una tragedia.
E in effetti è una tragedia: l'uccisione di 23 ragazzi dai 12 ai 18 anni non può essere vista in altro modo, ma sembra che la città di Capitol City non se ne accorga...
Ma noi non affrontiamo gli Hunger Games con gli occhi sognanti, indifferenti e egocentrici della gente di Capitol City, bensì con occhi assai più disillusi, concreti, coraggiosi e forti. Noi affrontiamo gli Hunger Games con gli occhi di Katniss Everdee.
Katniss è una ragazzina che è dovuta crescere in fretta; dopo la morte del padre nelle miniere sua madre è caduta in depressione e lei è rimasta l'unica a potersi prendere cura della famiglia. Ha iniziato ad andare a caccia e a pesca come le aveva insegnato il padre. Ha imparato a riconoscere le piante commestibili, quelle curative e quelle velenose. Insomma, la ragazza che ci si presenta davanti agli occhi è una ragazza in gamba, una sopravvissuta che si prende cura della famiglia come dovrebbe fare la madre e che ama immensamente la sorella minore Primrose, e tiene tantissimo al suo migliore amico Gale. 
Ora voglio chiarire un punto: Katniss all'inizio del libro non è attratta da Gale, nonostante pensi che forse dovrebbe esserlo. La sua visione del mondo in un certo senso è un po' quella di un ragazzino (maschio): non è interessata all'amore, ai ragazzi, ai baci o ai vestiti. Le piace solo andare a caccia e passare il tempo nei boschi. Nessun rimpianto per non avere amiche femmine o per non passare il tempo con loro a ridacchiare sui ragazzi della sua classe, quello che le interessa è far sopravvivere la famiglia e nient'altro. Ha una visione squisitamente pratica e in qualche modo essenziale delle cose, non ama particolarmente la gente, non è brava con le parole né a farsi piacere.
Tuttavia, nel suo distretto, il 12 dove si trovano le miniere, tutti la rispettano e tutti rispettavano suo padre, figura per lei immensamente importante e anche, devo dire, un po' idealizzata (com'è giusto che sia).
Ma torniamo alla storia: è il giorno della mietitura, una volta l'anno tutti i distretti sono costretti a mandare un ragazzo e una ragazza, tra i 12 e i 18 anni agli Hunger Games. Questi "giochi della fame" portano al distretto, dove il cibo scarseggia, olio e grano e strappano via la vita di due bambini. Gli Hunger Games sono un modo per punire i distretti che circa 70 anni a dietro si sono ribellati contro Capitol City, perdendo. Per ricordare questo ogni distretto è costretto ad inviare due "tributi" scelti da un urna il giorno della mietitura. I tributi vengono poi messi in mostra come belle statuine, con una spettacolare campagna pubblicitaria prima di essere gettati in un'arena ad ammazzarsi a vicenda, perchè solo uno può essere il vincitore degli Hunger Games. Il tutto viene mandato in diretta, in tutta Capitol City e in tutti i distretti, come un reality show del massacro.
A parte il 2, tutti i distretti e in particolare il 12, sanno che vedere il nome dei propri figli uscire dall'urna è come una sentenza di morte. Per questo quando la presentatrice del distretto 12 estrae il nome di Primrose Everdee, Katniss ha due scelte: ho offrirsi come tributo volontario, e andare volontariamente al mattatoio, o lasciar morire la sorella. Lei sceglie la prima e una volta salita sul palco insieme a Peeta (il tributo maschio), viene salutata con una mano alzata con tre ditta aperte e il pollice e il mignolo chiuse: un saluto che viene fatto in segno di rispetto nel 12 ai defunti.
Katniss parte per Capitol City con Peeta Mellarck, Haymich Abernathy come mentore (ha vinto i precedenti Hunger Games) e si ritrova in un mondo fatto di superficialità e abbondanza, con stravaganze quasi grottesche e molto colorato. Qui viene messa in mostra come un animale da circo (a me la sua entrata in scena sul carro ha fatto quasi ridere perchè ho pensato: l'anno spennata, unta e ora le danno fuoco, tipo pollo allo spiedo) prima di essere gettata nell'arena a morire.
Ma le cose non vanno proprio esattamente così: Katniss per quanto voglia degli sponsor non è il tipo da sottomettersi e soprattutto è molto, MOLTO, arrabbiata. Scaglia una freccia nella stanza degli strateghi mentre la dovrebbero osservare, si comporta come un maschiaccio e nell'arena... Nell'arena Katniss pensa sopratutto a sopravvivere, ma fa una specie di funerale per Rhue, una bambina sua alleata, si rifiuta di abbandonare Peeta e alla fine, con un gesto estremo riesce e far proclamare entrambi vincitori degli Hunger Games.
Quello che ho veramente apprezzato di questo libro è questa protagonista così fuori dagli schemi, questa sua visione del mondo terra terra, del tutto priva di idealismo, ma di fatto interessante. I suoi dialoghi con Heymicht (quanto ho riso!).

Il libro risulta inoltre scritto in modo molto chiaro, semplice e scorrevole (l'ho finito in meno di un giorno), non si dilunga in spiegazioni o descrizioni eccessivamente noiose e al contempo non lascia niente di non spiegato. Si fa leggere che è un piacere. Inoltre è suddiviso in più parti al suo interno, oltre che in capitoli, mostrando quindi una buona struttura. 

Hunger Games è un libro che è incredibilmente facile apprezzare, ma è anche un monito a mio avviso: in una società benestante dove tutto è spettacolo, bisogna stare attenti a non anestetizzare la propria coscienza altrimenti anche la sofferenza e la  tragedia diventeranno un mezzo di intrattenimento, più di quanto già lo siano.



IL FILM

Titolo: The Hunger Games
Anno di uscita: 2012
Paese di produzione: USA
Lingua Originale: Inglese
Durata: 142 minuti
Regista:Gary Ross
Sceneggiatura: Gary Ross, Suzanne Collins, Billy Reys
Interpreti principali: Jennifer Lawrence, Josh Hucherson, Woody Herrerlson (Haymich Abernathy), Elizabeth Banks (Effie Trinket), Lenny Kreviz (Cinna)

Uscito nelle sale nell'anno 2012, il film tratto da questo libro ha avuto un enorme successo, arrivando ad incassare al suo esordio 152,5 milioni di dollari solo negli USA, incasso che è stato considerato uno dei miglior esordi registrati da un film non sequel di sempre.

Devo dire che quando sono andata a vederlo a me è piaciuto il giusto: si, era un film carino ma niente di eccezionale, una cosa passabile. Ben recitato, anche se le scene di Katniss con Peeta mi sembravano un pò false. Solo quando ho letto il libro ho capito che quelle scene DOVEVANO sembrare un pò false, ma non per questo le ho apprezzate di più (o di meno). 
Alcune cose era impossibile renderle, come alcuni gesti di "ribellione" di Katniss (nel libro lei li vede come un modo per ribellarsi). Per esempio una delle mie scene preferite è quella in cui lei fa il funerale a Rhue, mettendole tutti i fiori attorno. Lì sembra una semplice manifestazione di dolore per una situazione inaccettabile, in realtà nel libro viene specificato che si tratta di un atto di ribellione anche, un modo in cui mostrate a Capitol City che non possono togliere del tutto l'umanità ai tributi. Nel film a mio avviso questo era impossibile da rendere. Sarebbe stato però carino e significativo che arrivasse dal distretto 8 (quello di Rhue) una pagnotta di pane come ringraziamento, come accade nel libro.
Praticamente impossibile da rendere anche la complessità dei sentimenti della protagonista per Peeta, verso cui ha un debito di gratitudine che per lei è importantissimo saldare. Katniss tiene a Peeta e non vorrebbe fargli del male, ma si trova a dover sopravvivere e paradossalmente a sperare che qualcun'altro lo uccida. Peeta d'altra parte, che lei associa da sempre alla primavera, è innamorato di lei e rende chiaro che ha quel che a Katniss manca: cioè la capacità di analizzare in prospettiva la situazione e i propri sentimenti, tanto che non vuole che gli Hunger Games lo cambino nel profondo. Solo in seguito lei si renderà conto della verità e del peso delle parole che aveva pronunciato Peeta.
Un'altra cosa che differenzia il libro dal film è che alcuni gesti non sono chiari, come il commiato che danno a Katniss al 12 e quello che da lei a Rhue. 

Appare invece apprezzabile, nonchè necessaria, la visione a tutto tondo che danno nel film, in cui però si perde ciò che ho più amato del libro: il punto di vista della protagonista.
Un'altra cosa per cui fare i complimenti sono le scenografie, davvero ben fatte e accurate, e i costumi. Un applauso andrebbe fatto a costumisti e truccatori, che hanno dovuto occuparsi di vestire e truccare gli eccentrici personaggi di Capitol City, prima fra tutti Effie Trimket, un'irriconoscibile Elizabeth Banks!
Un applauso anche alla bravura degli attori, tra cui la Lawrence, che appare incredibilmente brava nel dare corpo e voce a Katniss, mostrando confusione, rabbia e voglia di ribellione. 

Insomma è un film che io non ho particolarmente apprezzato ma che si fa apprezzare!

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