lunedì 16 febbraio 2015

The newsroom: l'etica del giornalismo.



"Cosa rende grande l'America nel mondo?" 
Il 90% dei film che guardiamo, dei libri che leggiamo e anche dei telefilm che seguiamo sono americani. Se chiedessero a me cosa fa grande l'America nel mondo inizierei a snocciolare un elenco di titoli, nomi e citazioni. 
La domanda invece viene rivolta all'inizio del telefilm "The newsroom" a due politici e ad un anchormen della tv: Will McAboy. L'uomo, che inizialmente risponde in modo scherzoso, finisce per replicare in un modo che zittisce l'intera sala per un attimo, nessuno è certo di aver sentito bene. Will afferma infatti che l'America non è il più grande stato al mondo. In un attimo il giornalista che era stato criticato per essere troppo mite nelle interviste, distrugge le affermazioni dei due deputati e pronuncia fatti e statistiche per chiarire il perché della sua affermazione, fa letteralmente a pezzi la studentessa che l'aveva posta lasciando tutti attoniti quando conclude affermando ancora una volta che l'America non è più il più grande paese al mondo.



Questo è l'inizio di "The newsroom", Se vi sembra in qualche modo famigliare è perchè i video tratti da questa scena hanno fatto il giro del mondo. Non tutti quelli che l'hanno visto però sembravano sapere che si trattava della scena di un telefilm...

The newsroom è un telefilm composto da tre stagioni che contano in tutto 25 episodi, trasmesso dalla HBO da giugno 2012 a dicembre 2014. In Italia è arrivato nel 2013, ma figuriamoci se la Rai dà un minimo di pubblicità a un prodotto degno di nota. Per carità, meglio pubblicizzare altra roba u.u (se non si nota, odio la Rai per come bistratta i suoi telefilm). Un peccato che siano solo tre stagioni, ma va anche detto che farne altre avrebbe potuto finire per rovinarlo.

La storia segue le vicende di Will McAboy (interpretato dal bravissimo Jeff Daniels, che grazie alla sua interpretazione in questo telefilm ha vinto un Emmy) , anchorman del canale ACN, e della sua redazione. Dopo l'intervista sopra citata, grazie all'appoggio del capo della divisione news Charlie Skinner, e con la guida della nuova produttrice esecutiva MacKenzie MacHale il notiziario prende una nuova piega.
MacKenzie, interpretata dalla bravissima Emily Mortimer, da una differente impronta al notiziario partendo da una semplice verità che enuncia già nel primo episodio, e cioè "in democrazia niente è più importante di un elettorato ben informato". Sarà da questo punto d'origine che partirà ogni notizia.  Oltre a questo, il suo nuovo "NewsNight 2.0" dovrà rispettare alcune linee guida, di cui i redattori dovranno tenere conto quanto proporranno le notizie da riportare. Le tre linee, che ci vengono presentate nel secondo episodio, sono:
  1. è l'informazione che ci servirà nella cabina elettorale?
  2. è una discussione presentata nel miglior modo possibile?
  3. è un argomento inserito in un contesto storico?

Tuttavia il vero punto di svolta avviene nel terzo episodio, con le scuse in diretta di Will, che chiede perdono per non aver formato a dovere l'elettorato americano, affermando di essere l'esponente di un industria che ha fomentato la paura del terrorismo, falsato i risultati elettorali e ignorato i cambiamenti in atto nel paese. Scuse bellissime e incredibilmente poetiche che vorrei veramente riportare per intero, ma così questo post sarebbe infinito. Comunque sia con quelle scuse Will mostra di appoggiare chiaramente le idee di MacKenzie. Mi ha colpito molto quello che dice sul dare le notizie, sull'evitare iperbole e controsensi e sul fatto che le notizie sono utili solo in un contesto di umanità.
Al di là dell'aspetto poetico, il telefilm mostra una redazione, in cui tutti si impegnano per trovare notizie verificate da poter dare alla gente, in un epoca in cui è quasi sempre (per non dire proprio sempre) internet a dare notizie per primo. Vediamo il caos di una redazione all'opera, la ricerca sempre di più fonti perché la notizia deve sempre essere verificata e non deve mai essere falsa (una stagione verterà anche su questo). Ci vengono anche mostrati i conflitti interni all'azienda, in cui Charlie, il Don Chisciotte della situazione difende il notiziario e la sua validità, dai proprietari interessati più agli ascolti che alla validità dei contenuti di quest'ultimo.
Ci viene mostrata molto l'etica: il riportare le notizie senza ingigantire i fatti, l'evitare di ripetere una notizia solo perchè attira pubblico. Ma anche il comportamento stesso dei personaggi: Maggie che rinuncia a una notizie perché aveva spiato una conversazione e non riteneva etico riportarla, trovandosi così ad acquisire una nuova fonte; Neal che si trova a dover scappare dal paese per proteggere la propria fonte, mentre Will viene addirittura arrestato per il medesimo motivo e Mac che si preoccupa di far in modo che il dare la notizia non porti altri morti.

Il telefilm segue ovviamente anche le vicende personali dei personaggi, in particolare quelle di Will, MacKenzie (che è anche l'ex fidanzata di Will), Jim, Maggie, Dan, Sloan e Neal.
Ho amato molto tutti loro, il loro modo di essere divertenti, le sfaccettature. Ho amato il fatto che MacKenzie volesse sette damigelle al matrimonio, e che poi saputo dell'arresto di Will lo anticipi cancellando tutti i preparativi precedenti. Ho adorato Maggie, che vediamo maturare durante tutto il programma. Ho apprezzato moltissimo anche tutti gli altri personaggi ovviamente. Ho apprezzato molto Will, il suo modo di essere e di porsi, il fatto che è tutt'altro che prevedibile, ed è divertente il suo sconcerto verso la tecnologia. Non ho apprezzato invece molto la continua ostentazione dell'intelligenza e gradi lauree, essenzialmente perché lo trovo un comportamento che assume chi è molto insicuro. Ho cordialmente detestato lo snobbismo dimostrato più volte da Jim, che è un po' come dire che non mi piace la caratteristica di una persona, ma non la persona in se. Questo a mio avviso dimostra quanto bene siano costruiti i personaggi della serie, che mostrano sfaccettature e rimangono però sempre fedeli a se stessi, evolvendo comunque nel corso della serie.

Per le persone come me che prediligono serie come OUAT e Grey's anatomy, The Newsroom è stata una ventata d'aria fresca, del tutto nuova e molto apprezzabile. L'ho trovata interessante, avvincente, divertente, e ammetto che qua e là ho trovato anche qualche spunto riflessivo. Un vero peccato che sia composto solo di tre stagioni, un peccato ancor più grande che gli episodi siano solo 25, ma è stato un piacere vederli (e rivederli. E rivederli. E rivederli.). A mio avviso non è nemmeno doppiato troppo male.
E' un telefilm perfetto se si desidera vedere una serie non troppo lunga, ma di un certo spessore.

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